Situato nella zona Eur di Roma, il giardino giapponese della Capitale rappresenta la soluzione ideale per chi sente il bisogno di prendersi una mezz’ora di svago, dimenticandosi completamente del mondo circostante.
Questo giardino è stato realizzato da Ken Nakajima, che in passato ha progettato anche la sezione giapponese presente nell’Orto Botanico di Roma. All’interno sono inoltre presenti tutti quegli elementi tipici che presenta un qualsiasi giardino giapponese in pieno stile sen’en: si possono trovare, ad esempio, le rocce, la cascata, il laghetto, le isolette, la lampada di pietra, il ponticello. Si tratta in particolar modo di un stile molto antico, tanto che risale addirittura al XVI secolo. Tutti gli elementi che vi abbiamo descritto in precedenza sono collegati fra di loro attraverso un percorso e uno schema che non è in realtà molto semplice da interpretare se non si viene accompagnati da una guida. Proprio per questo motivo, l’Istituto Giapponese di Cultura organizza delle specifiche visite guidate, che permettono a tutti di poter comprendere e capire tutti i vari simboli e i diversi linguaggi che sono presenti nei ciliegi, negli iris e nei glicini che sono presenti all’interno del giardino. Si tratta di visite totalmente gratuite, ma che comunque necessitano di essere prenotate con un discreto anticipo.
Giardino Giapponese Eur: orari visite e prenotazioni Istituto di Cultura di Roma
Come già accennato in precedenza, l’Istituto di Cultura Giapponese, che sorge nella zona di Valle Giulia (di fronte alla Facoltà di Architettura e nelle vicinanze della Galleria Nazionale d’Arte Moderna) mette a disposizione di chiunque delle visite gratuite per poter comprendere al meglio tutti i simboli che campeggiano all’interno del giardino che è situato in zona Eur. Si tratta, come abbiamo visto, di visite per le quali non bisogna sborsare nemmeno un centesimo: sono infatti totalmente gratuite, anche se comunque in ogni caso è necessario effettuare una prenotazione con un discreto anticipo.
Il giardino giapponese è aperto praticamente per tutto l’anno, ad eccezione dei mesi di luglio, agosto e dicembre (soprattutto durante le festività natalizie). Le visite guidate, che ricordiamo essere totalmente gratuite, sono suddivise in turni da mezz’ora ciascuno. Insomma, per tutti coloro che vogliono prendersi 30 minuti di relax, dimenticandosi totalmente dei problemi e di tutto ciò che li circonda, quella di visitare il giardino giapponese a Roma rappresenta una soluzione da prendere assolutamente in considerazione. Come già più volte ribadito, per poter effettuare queste visite guidate per capire al meglio la cultura giapponese, è necessario procedere con un prenotazione. In che modo? Semplicemente chiamando il numero telefonico riportato sul sito e prenotando una visita guidata. Lo stesso numero telefonico viene messo a disposizione anche per richiedere tutte quelle specifiche informazioni che non sono presenti all’interno del sito internet dell’Istituto di Cultura Giapponese. Questo numero telefonico è però attivo solamente in due giornate della settimana, ovvero il martedì e il giovedì, in una determinata fascia di orario: nello specifico, si può chiamare per una prenotazione dalla ore 13:30 fino alle 17. Non esistono altri modi per effettuare una prenotazione, che lo ricordiamo per l’ennesima volta, è assolutamente necessaria ed obbligatoria. Ma non è finita qui: il numero che vi abbiamo fornito in precedenza è quello che deve essere utilizzato per procedere con una prenotazione individuale. Su richiesta, però, si possono prenotare visite per gruppi istituzionali (come ad esempio quelli scolastici, gli enti pubblici, i centri culturali e così via): in questo specifico caso è necessario rivolgersi all’indirizzo e-mail disponibile sul sito gruppjfroma.it.
Non verranno però prese in considerazione le richieste di prenotazione avanzate da parte di quelle che vengono considerate come associazioni spontanee (come ad esempio parenti, amici e via discorrendo). Nel momento in cui si effettua la prenotazione verranno richieste delle specifiche informazioni. In primis, il giorno e l’orario in cui si vuole fare la visita. Ovviamente verranno richiesti il nome e il cognome di ciascun partecipante (per un massimo di cinque persone a telefonata). Inoltre, è necessario fornire il nome e il contatto di colui che prenota. E’ utile poi ricordare che tutte le prenotazioni, che non sono cedibili, sono possibili per il mese in corso e per quello successivo di quando si chiama. In caso di problemi e di impossibilità ad effettuare la visita guidata è gradito un preavviso di cancellazione.
Quando vengono messe a disposizioni queste visite guidate? Il giardino è aperto al pubblico il martedì, il giovedì, il venerdì dalle 14:30 fino alle 17, mentre il sabato di mattina a partire dalle 10:00 fino alle 12:30. Ricordiamo che queste visite hanno una durata totale di mezz’ora. Si tratta, come detto, di una esperienza adatta praticamente a tutte le tasche, in quanto l’ingresso è assolutamente gratuito: non è possibile però entrare senza aver prenotato in precedenza una visita guidata, che dunque è obbligatoria per poter ammirare la bellezza di questo giardino. Inoltre, non è nemmeno consentito l’ingresso agli animali: non sono quindi ammessi, all’interno della struttura, i cani, nemmeno quelli di piccola taglia. Per quanto riguarda invece l’accesso per i disabili, è concesso solamente nella parte superiore, dove comunque si può avere una vista completa di tutto l’intero giardino (questo discorso è valido per chi è costretto a muoversi in sedia a rotelle, ma anche per coloro che hanno con sé bambini in carrozzina o nel passeggino.
Altre informazioni utili riguardano le fotografie, che possono essere tranquillamente fatte senza alcun tipo di problema, anche se solitamente non viene concessa la possibilità di montare cavalletti: questo perché si vuole evitare di creare dei fastidiosi rallentamenti la visita al gruppo, in modo da consentire una fruibilità maggiore. Tra le altre informazioni importanti: è assolutamente vietato introdurre cibi e bevande all’interno della struttura. Dunque regolatevi: se avete intenzione di organizzare un picnic dentro il giardino, è indispensabile sapere che la direzione è molto severa su questo aspetto. Questo perché l’obiettivo è quello di garantire e salvaguardare il più possibile la bellezza del giardino. Allo stesso modo, non si può nemmeno richiedere di affittarlo per degli eventi privati o per dei possibili servizi fotografici per determinati giornali: non esiste, infatti, un ufficio stampa a cui poter richiedere l’accredito. In generale, comunque, il periodo migliore per vistare il Giardino Giapponese è quello in cui avviene la fioritura dei ciliegi: dunque, se avete intenzione di pianificare una visita, cercate di programmarla nel periodo in cui i ciliegi cominciano a fiorire (e continueranno a farlo per le successive tre settimane). La visita, che lo ricordiamo per l’ennesima volta essere totalmente gratuita, viene spiegata da una guida che può essere giapponese oppure italiana (ma comunque esperta della cultura giapponese): si tratta di qualcosa di abbastanza semplice da seguire anche per coloro che di giardini o in generale del Giappone conosce poco. Magari non può essere spettacolare da un punto di vista della dimensione, ma rappresenta comunque una risorsa importante presente nella nostra Capitale. Come si può raggiungere il Giardino Giapponese con i mezzi? Ci sono tre diverse modalità per arrivare alla struttura: utilizzando la linea A della metro e scendendo alla stazione Flaminio. Oppure si può prendere l’autobus. Esistono infatti due diverse linee che possono essere usate per raggiungere il giardino: ci riferiamo, nello specifico, alla linea 52 (la fermata è Don Minzoni) oppure la linea 982 (la fermata a cui scendere è Buozzi / Don Minzoni). Infine ci sono a disposizione due linee del tram: la numero 3 oppure la 19, con la relativa fermata Belle Arti.
Giardino Giapponese di Roma all’Eur: le piante presenti
Il giardino giapponese di Roma, presente in zona Eur, come già detto in precedenza è stato creato da parte del famoso architetto Ken Nakajima, che poi è colui che ha curato e realizzato la zona giapponese all’interno dell’orto botanico della Capitale. All’interno del giardino si possono ammirare tutti quegli elementi tradizionali che vanno a comporre un tipico giardino giapponese in pieno stile sen’en, che è stato in grado di raggiungere l’attuale splendore soprattutto attraverso i periodi Heian (dal IX al XII secolo), Muromachi e Momyama (tra il XVI e il XVII secolo): ci sono le delle piccole isole, il laghetto, la cascata, ma anche la lanterna di pietra (proveniente da un tempio buddista), il ponticello. Proprio di fianco al laghetto è stato piantato un pino nano, che rappresenta il simbolo di resistenza e di longevità. Si tratta di uno spazio che ha una concezione diversa rispetto a quella presente nel più famoso giardino “zen”, dove al posto dell’acqua è presente la sabbia bianca e che era nato principalmente per svolgere la meditazione. Ma non solo. All’interno del giardino vengono ospitati anche dei ciliegi, che rappresentano senza ombra di dubbio le piante simbolo di tutto l’intero Giappone: la loro fioritura, infatti di solito avviene più o meno con l’inizio dell’autunno (dopo le vacanze estive, quando si riprende ad andare a scuola o al lavoro per intenderci). Secondo la cultura giapponese, il ciliegio è il simbolo per eccellenza della rinascita. Inoltre, all’interno del giardino sono presenti anche degli ulivi che in realtà non sono delle piante tipiche dell’Asia, ma che sono state comunque selezionate per creare una sorta di dualismo tra Italia e Giappone. Per poter godere al meglio la splendida vista che il giardino è in grado di regalare, si può sfruttare la bellissima veranda (che prende il nome di tsuridono), che si affaccia proprio sul laghetto di cui vi abbiamo parlato in precedenza. Tra le altre piante che i visitatori potranno ammirare all’interno del giardino giapponese a Roma troviamo oltre ai pini nani e ai ciliegi, anche gli iris e infine i glicini, che rappresentano al meglio il perfetto connubio tra le specie giapponesi e le essenze locali. Il giardino in realtà è abbastanza piccolo e può essere percorso in pochi minuti. Ma non lasciatevi ingannare da questo aspetto, in quanto il fatto che non si tratti di qualcosa di dimensioni contenute rappresenta al meglio uno dei principi più importanti dell’intera cultura nipponica: ci riferiamo, nello specifico, alla rinuncia al gigantismo, soprattutto nel momento in cui l’ispirazione arriva direttamente dalla natura. Nella tradizione nipponica, infatti, l’uomo guarda alla natura con un animo e un sentimento di rispetto, senza avere alcuna intenzione e pretesa di volerla sfidare. L’estetica del giardino può essere definita minimalista, ma allo stesso tempo appare decisamente curata: nulla infatti viene lasciato al caso e la disposizione dei vari elementi risponde ad una specifica funzione. Per esempio, le rocce e la conformazione del terreno vengono sfruttati per allargare la prospettiva in maniera ottica, in modo tale da dare una la sensazione di una maggiore ampiezza. Lo stesso vale anche per l’esterno del giardino, che viene utilizzato per cercare di ottenere un complesso gradevole, dando l’idea di essere un prolungamento dello spazio verde che va oltre i confini della struttura. Come abbiamo visto in precedenza, il giardino presenta praticamente tutti gli elementi che fanno parte del mondo della natura: a partire dall’acqua, che circonda tutto l’Istituto, creando una sorta di isola virtuale. Ma anche la terra, che comprende tutti i vari elementi sia statici – come ad esempio le rocce (provenienti direttamente dalla Toscana e che vengono selezionate in maniera molto accurata) – che dinamici, come la diverse piante che riempiono lo spazio circostante. La particolarità di questo giardino è che l’architetto Nakajima, ovvero colui che lo ha progettato e realizzato, non si è solo limitato a ciò: il percorso, infatti, porta i visitatori lungo delle strade e dei cammini che appaiono allo stesso tempo logici, ma a volte anche casuali. Altri aspetti invece sembrano essere studiati con particolare cura: ci riferiamo, ad esempio al ponticello di sassi (anch’esso proveniente dalla Toscana) che attraversa tutto il laghetto e sopra al quale è possibile ammirare tutto lo spettacolo relativo all’acqua che corre verso il basso, proprio nella zona in cui il movimento si trasforma in quiete.
Visitando il giardino giapponese si ha anche la possibilità di apprezzare tutte le caratteristiche architettoniche presenti nell’Istituto Culturale Giapponese. L’edificio, che era stato progettato da parte di Yoshida Isoya, richiama tutti gli aspetti che riguardano lo stile heian, ma in chiave strettamente moderna, come ad esempio la lunga gronda, i pilastri sporgenti, le finestre a grate (che tradizionalmente vengono chiamate shitomi) e il contrasto di colori giocato tra il bruno e il bianco. Ci si può letteralmente immergere nell’atmosfera della cultura giapponese anche grazie alle rifiniture interne, come ad esempio le superfici in legno e le tradizionali porte scorrevoli in carta. A Roma questo Istituto rappresenta un vero e proprio tempio della cultura giapponese già dal 1962: oltre a dare la possibilità di visitare il giardino giapponese, promuove corsi di lingua e manifestazioni culturali (come ad esempio mostre, concerti, conferenze, spettacoli di teatro, proiezioni cinematografiche e così via), offerte in maniera totalmente gratuita. Presente anche una biblioteca, che include più di 32mila libri, a cui si aggiungono anche tesi, riviste, CD, vinili di musica classica e moderna e pure delle audio-cassette che possono rivelarsi utili per l’apprendimento della lingua. Oltre alla biblioteca, c’è anche una cineteca, in cui sono raccolte all’incirca 140 pellicole nella loro versione originale, con tanto di sottotitoli, e circa 80 documentari relativi all’arte e alla cultura giapponese: questi documentari vengono anche concesse, senza alcun scopro di lucro, a tutte quelle associazioni che sono interessate a possedere rassegne che riguardano la cultura giapponese. In precedenza, vi abbiamo accennato al fatto che vengono organizzate anche delle mostre sull’arte e sulle tradizioni del Giappone: tutto il patrimonio fotografico nipponico può infatti essere richiesto per scopi di scambio culturale. Ma perché è stato deciso di realizzare un giardino così particolare proprio intorno all’Istituto Culturale Giapponese? Anche in questo caso, per rispondere alla domanda bisogna prendere in considerazione e valutare alcuni aspetti relativi alla cultura giapponese: la necessità dell’uomo nipponico di andare a creare un giardino proprio nelle vicinanze della propria abitazione nasce in conseguenza del desiderio di partecipare attivamente a quello che è il mondo naturale, così da sentire di riuscire a farne parte. Quando si passeggia all’interno del giardino giapponese a Roma si ha sempre la sensazione, in un qualsiasi momento, in ogni stagione, di percepire lo scorrere e il fluire del tempo, che viene scandito dai mutamenti stagionali.
Nell’immaginario e nella mente di tutti il paesaggio e la natura giapponese evocano una sensazione di pace e di tranquillità. Proprio per questo motivo è consigliata una visita ai giardini giapponesi, che in passato venivano progettati e realizzati per i nobili e per gli imperatori: l’obiettivo era quello di creare un ambiente in grado di regalare un certo piacere estetico, ideale in particolar modo per i momenti di contemplazione e di meditazione. Insomma, visitare il giardino giapponese a Roma può essere l’occasione ideale per assaggiare un po’ di Oriente rimanendo a casa e senza spostarsi più di tanto: rappresenta anche l’opportunità giusta per vedere qualcosa di diverso rispetto ai soliti parchi e ai giardini, così da imparare qualcosa di diverso e di nuovo rispetto alla nostra esperienza. Un luogo di pace, in cui regna l’armonia, lontano dal caos e dalla confusione tipiche delle città.