La Roma è una società calcistica che nel corso di tutta la sua storia è sempre stata accompagnata da un inno ufficiale. La Lupa, infatti, è stata fondata nel 1927 e il primissimo inno risale al 1931: si trattava, nello specifico, di quella che oggi è conosciuta come “Campo Testaccio”. In realtà, il vero titolo era “Canzone della Testaccia”. Nel corso degli anni, poi, ne sono susseguiti altri: da “Forza Roma, Forza Lupi”, agli ultimi che suonano ancora oggi allo Stadio Olimpico – “Grazie Roma”, che di solito viene messo al termine di una partita vinta da parte dei giallorossi, e “Roma (non si discute, si ama)”.
Inno della Roma: la storia di Campo Testaccio
Come già accennato in precedenza, il primo inno ufficiale della storia della Roma è stato “Campo Testaccio”. In realtà, questo è il titolo della canzone che è conosciuto nei nostri giorni, perchè quello vero era un altro, ovvero “La Canzona de Testaccio”. La storia di questo brano è decisamente particolare, in quanto va ad intrecciarsi con altri ambiti, che poco hanno a che fare con il mondo del calcio. Entrando maggiormente nello specifico, sono stati diversi i fattori che hanno portato alla creazione di questo inno: da Pirandello ad un Roma-Juventus finito 5 a 0, passando per un tango, il primo film italiano con il sonoro ed un altro con i giocatori giallorossi presenti sul set. In che modo tutti questi elementi sono collegati, portando alla realizzazione della canzone? Procediamo con ordine. Come detto, il primissimo inno della Roma è stato composto nel 1931 per il film di Mario Bonnard intitolato “Cinque a Zero”: la pellicola, che sarebbe poi uscita l’anno successivo (nel 1932) era ispirata allo storico successo ottenuto dai giallorossi contro la Juventus proprio con il punteggio di 5 a 0 (era il 15 marzo 1931). E dove si è giocata questa partita? Ovviamente al Campo Testaccio! I giallorossi, in quella occasione, vinsero davanti a circa 30 mila spettatori (un numero che andava ben oltre rispetto alla normale capienza dello stadio) grazie alle reti messe a segno da Lombardo, Bernardini, Fasanelli e una doppietta di Volk. Tanti altri tifosi, per vedere la gara, addirittura si erano arrampicati sul Monte dei Cocci. Quella sfida rimane la vittoria più netta ottenuta dalla Roma contro i bianconeri: un successo, però, che non impedì alla Juve di vincere lo Scudetto a fine anno, con i giallorossi che invece finirono al secondo posto con quattro punti in meno.
La “Canzona de Testaccio”, che nei giorni nostri è più comunemente conosciuta come “Campo Testaccio”, è un brano che viene cantata ancora oggi dai tifosi della Lupa, sia in casa che in trasferta. La canzone è stata composta da Totò Castellucci, paroliere e poeta romano, che prese spunto da un tango milonga molto di moda all’epoca – intitolato “Guitarrita” – cambiandogli le parole. Il brano originale, “Guitarrita” per l’appunto, era stato a sua volta composto nel 1930 da Bixio Cherubini e Armando Fragna, per il film “La Canzone dell’Amore” diretto da Gennaro Righelli, che era tratto da una novella scritta da Luigi Pirandello, “In Silenzio”. La pellicola di Righelli fu la prima in Italia con il sonoro, che invece negli Stati Uniti si era diffuso a partire nel 1927 (che, guarda caso, è anche l’anno di fondazione della Roma). Quello che successivamente fece Castellucci fu prendere la canzone originale e cambiare alcune parole, andando in questo modo a narrare le gesta di Testaccio. Il successo ottenuto dall’inno giallorosso provocò anche un tentativo di imitazione da parte dei rivali storici e cittadini della Lazio, che però non riuscì ad ottenere la stessa fama. Lo stesso autore non smise di comporre brani per la Roma. Negli anni Cinquanta, ad esempio, ha scritto “Canzonieri Giallorossi”. Tornando al film “Cinque a Zero”, ebbe una storia abbastanza complicata: dopo la guerra, infatti, tutte le copie in celluloide andarono sfortunatamente distrutte e di conseguenza anche tutte le copie della “Canzona de Testaccio”. Il brano, però, riuscì a sopravvivere grazie ad una tradizione orale, arrivando fino agli Anni Settanta: l’attuale traccia musicale che si può attualmente ascoltare non riguarda infatti quella presente nel film, ma si tratta in realtà di una versione che era stata registrata da parte di Vittorio Lombardi per il documentario di Sandro Ciotti intitolato “La Roma Racconta”. L’autore, che era molto famoso nella scena musicale romana soprattutto negli anni Sessanta e Settanta, aveva accettato la proposta del giornalista della Rai, che solo all’ultimo minuto si era accorto di non avere a disposizione alcun tipo di registrazione, chiedendo al cantante di incidere il brano. La registrazione avvenne così improvvisamente, che per l’occasione Ciotti non prenotò uno studio di registrazione, ma decise di raggiungere Lombardi al “Capriccio” presente in Via Veneto e incidere la canzone direttamente al registratore. Una storia sicuramente particolare e in un certo senso travagliata quella di questo inno, il primo in assoluto della storia della Lupa.
Inno della Roma: la storia di “Forza Roma Forza Lupi” di Lando Fiorini
Dietro all’inno della Roma ci sono delle storie che possono essere considerate delle vere e proprie leggende. Infatti, nessuna squadra come quella giallorossa è stata così fonte di ispirazione per canzoni e brani dedicati alla squadra della Capitale. In assoluto, uno degli inni a qui i tifosi della Lupa sono maggiormente legati è senza dubbio “Forza Roma, Forza Lupi”, scritta e composta da Lando Fiorini. L’artista, scomparso non molto tempo fa, dentro a questo brano è riuscito a descrivere l’essenza della tifoseria giallorossa con enorme semplice. Il tifoso della Roma viene descritto come una persona che non bada troppo al risultato (“Se vinci o perdi, non cambia”, recita un verso del brano), anche se ovviamente portare a casa una vittoria è sempre qualcosa di soddisfacente (“Ma vinci e mejo sarà”). Questo inno si intreccia con un altro brano che ha fatto la storia della Roma (quello ufficiale ancora oggi, cantato da Antonello Venditti, “Roma Roma Roma”): in quell’epoca, infatti, la canzone del cantautore romano fu momentaneamente messa da parte, per motivi strettamente politici. Il verso “rossa come er core mio”, infatti ha creato diversi imbarazzi nei confronti di Dino Viola, presidente della Lupa all’epoca. “Forza Roma, Forza Lupi” invece proponeva una strofa più discreta, per così dire, in grado di non creare imbarazzi per Viola: “Core grosso, mezzo giallo e mezzo rosso”, recitava. Proprio per questo motivo, “Roma Roma Roma” fu accantonata, facendo spazio invece all’inno di Lando Fiorini.
Un brano che ancora oggi viene ascoltato e cantato a squarciagola prima dell’inizio delle partite casalinghe della Roma, soprattutto perché viene associato alla strepitosa cavalcata della stagione 1982-83. Se ascoltate i filmati dell’epoca, infatti, vi potete accorgere che questo brano era suonato sia prima che dopo la fine dei match della Roma. L’autore di questo brano, Lando Fiorini, nel corso della sua carriera ha composto un’altra bella canzone dedicata alla Roma, intitolata “Amore Giallorosso”, che è stata pubblicata nel 1983. Anche in quella canzone, così come in “Forza Roma, Forza Lupi”, si può cogliere quella che è l’essenza del tifoso romanista. Uno dei versi più famosi di quel brano, infatti, recita: “Tengo sospeso er core, ‘na settimana pe’ campà du’ ore”. Tornando a “Forza Roma, Forza Lupi”, Landini nel corso di diverse interviste ha dichiarato che questa è una canzone senza particolari pretese, ma che si è sempre tenuto stretta, perchè scritta con il cuore. Lo stesso autore l’ha definita come una marcetta casereccia come il pane, dal sentimento fortemente romano.
Inno della Roma ufficiale “Roma Roma Roma” di Antonello Venditti
Quelli descritti fino a questo momento sono gli inni che hanno fatto parte della storia della Roma. Ma senza ombra di dubbio, quelli più famosi in assoluto sono “Roma (non si discute, si ama” (che è considerato quello ufficiale) e “Grazie Roma”, entrambi composti, scritti e cantati dal cantautore che incarna al meglio il sentimento romano, Antonello Venditti. Partiamo dall’inno ufficiale, che che si può ascoltare sempre e comunque prima di una partita della Roma allo Stadio Olimpico: “Roma (non si discute, si ama)”, è un singolo che Venditti ha pubblicato per la prima volta nel 1975. Successivamente il brano, conosciuto anche con il titolo di “Roma Roma” oppure “Roma Roma Roma”, è stato inserito anche all’interno degli album dal vivo “Circo massimo” (pubblicato nel 1983) e “Circo Massimo 2001”. Ma non solo: la canzone è presente anche nelle raccolte “Diamanti” del 2006 e “Tutto Venditti” del 2012. Oltrew al cantautore romani, gli altri autori del brano sono Giampiero Scalamogna, Sergio Bardotti e Franco Latini. La canzone, subito dopo essere stata incisa, è stata presentata alla squadra giallorossa, allora allenata da Nils Liedholm, alla presenza del Presidente Gaetano Anzalone. L’inno fu suonato per la prima volta in assoluto in occasione di un derby contro la Lazio disputato nel dicembre del 1974, poi vinto dalla Lupa per 1 a 0 grazie ad un gol messo a segno da De Sisti. Insomma, non poteva esordire in maniera più vincente e fortunata: l’inizio di un amore che dura ancora nei giorni d’oggi. Nel match casalingo successivo al derby, la stessa canzone è stata poi diffusa da parte degli altoparlanti proprio dopo una rete messa a segno da Domenico Penzo. Fatto, questo, che poi comportò una multa alla società.
La canzone diventò l’inno ufficiale della Roma a tutti gli effetti da quel momento in poi, accompagnando la squadra e i tifosi nel pre partita sempre e comunque, ad eccezione di un periodo dal 1978 al 1983. In quella parentesi di tempo, infatti, come abbiamo accennato in precedenza, questa canzone fu messa da parte e venne sostituita da “Forza Roma, Forza Lupi” di Lando Fiorini. Sembra che la decisione fu presa direttamente dal Presidente Dino Viola, che non era affatto favorevole al fatto che l’inno fosse scritto da un artista politicamente schierato ed esposto come all’epoca era Antonello Venditti. Un altro periodo di crisi si registro nel 2013, quando a seguito di una intervista radiofonica, lo stesso Venditti aveva dichiarato che la sua canzone non si identificava più con l’impostazione della società di quel momento, tanto da chiedere di non farlo più suonare all’Olimpico prima di una partita della Roma. Voce, questa, smentita dallo stesso cantautore successivamente, tanto che ancora oggi la si può ascoltare prima di ogni sfida casalinga dei giallorossi.
Secondo quanto riportato dalla rivista francese France Football, questo inno è il secondo più bello in assoluto, alle spalle solamente di quello del Liverpool (“You’ll Never Walk Alone”). Il brano, come già accennato in precedenza, fa parte di un vinile che è stato pubblicato nel 1975, in cui nel lato A era presente proprio “Roma Roma Roma”, mentre nel lato B era inciso un altro singolo, intitolato “Derby”. Questo secondo brano in realtà è una sorta di raccolta di suoni che erano stati registrati nel corso di una partita, che poi sono stati intervallati da una musica firmata da Sergepy e suonata successivamente da parte della Pyrol’s Band. In una delle numerose interviste rilasciate su questa canzone, uno degli autori del brano, Giampiero Scalamagna (conosciuto anche come Gepy), ha raccontato come la canzone sia stata realizzata nel 1974. Secondo questo racconto, il brano è nato da una sorta di gioco tra i vari autori della canzone: Venditti, Gepy, ma anche Latini e Bardotti. Scalamagna ha infatti rivelato che un giorno si stava recando alla RCA ed è stato proprio in quel momento che ha pensato alla canzone. Una volta arrivato a destinazione, Gepy si è subito recato nella saletta, dove era presente un pianoforte e ha cominciato a provarla. E’ riuscito, in poche parole, a mettere in pratica, a materializzare, quella he era l’idea che aveva nella sua testa. Successivamente, ha raccontato sempre Gepy, è andato da Venditti, preannunciandogli di aver scritto qualcosa, in risposto ad un altro brano composto dai fratelli De Angelis. Gepy, poi, racconta che si era anche impegnato nel portare lì tutta la squadra giallorossa con il compito di fare da coro. Dopo aver accennato a Venditti “Roma Roma Roma”, il cantautore subito ha risposto con “core de sta città”: nel giro di un paio di mesi da quello scambio di battute, in compagnia di Bardotti e Latini, è uscito uno dei brani più riconoscibili di tutta la storia della Roma. Dal racconto di Gepy è nata un’altra curiosità: “Roma Roma Roma”, come detto, è stata composta nel 1974, lo stesso anno in cui si diffonde “(I’m) Football Crazy”, brano cantato da Giorgio Chinaglia, una delle bandiere della Lazio, una delle squadre rivali della Roma. Questo stesso brano sarà poi successivamente utilizzato nel film “L’Arbitro” con la partecipazione di Lando Buzzanca: la canzone di Venditti, dunque, nasce come risposta a questo brano.
Grazie Roma di Antonello Venditti: l’inno di fine partita
Un’altra canzone molto celebre nella storia della Roma, anche se non è mai stati un vero e proprio inno ufficiale, è “Grazie Roma”, brano comunque molto conosciuto e popolare ancora oggi, tanto da essere suonato all’Olimpico ogni volta che la Roma riesce a portare a casa una vittoria. Anche questo testo è stato composto da Antonello Venditti, durante la stagione 1982-83, l’anno del secondo Scudetto giallorosso: in quella annata, l’inno che ha accompagnato la squadra romanista alla conquista del campionato, come abbiamo visto, era “Forza Roma, Forza Lupi”, ma anche Venditti ci ha messo comunque la sua firma. In realtà, però, lo stesso Venditti ha più volte ribadito che questa canzone era dedicata all’intera città di Roma e non solo alla compagine giallorossa. Però ormai non è un mistero che questo è un altro di quei brani che rappresentano al meglio la storia della squadra capitolina, tanto da essere apprezzata anche fuori dai confini della Capitale. Il brano, se si legge il testo, è infatti un vero e proprio inno alla squadra di Roma, che all’epoca, dopo quaranta anni di anonimato, era attesa ad un riscossa. Traguardo poi raggiunto proprio nella stagione 1982-83 con la conquista del secondo Titolo.
E’ indubbiamente uno dei brani più popolari tra quelli a tema calcistico, tanto che poi è stato suonato anche in occasione dei festeggiamenti del 2001 per la conquista del terzo Scudetto. Si narra, inoltre, che lo stesso anno Venditti aveva intenzione di fare un restyling di “Grazie Roma” in versione giapponese: il brano, che poi non è stato realizzato, doveva essere intitolato “Arigato Roma”, in onore di Nakata, il giocatore nipponico che è stato uno dei protagonisti della cavalcata della squadra allora allenata da Fabio Capello. Venditti ha recentemente cantato questo brano, riproponendolo giusto un anno fa, nel 2018, quando la Roma riuscì a sconfiggere il Barcellona al termine di una incredibile rimonta: il video, pubblicato sui social, ha spopolato, facendo letteralmente il giro del mondo, soprattutto perché il cantautore era così emozionato che addirittura si dimenticò delle parole!
Altre canzoni diventate inni minori della Roma
Oltre a questi brani che vi abbiamo descritto fino a questo molto, ce ne sono anche tanti altri molto famosi soprattutto tra i sostenitori giallorossi. Ci riferiamo, ad esempio, a “Mai sola mai” di Marco Conidi, “Quando gioca l’AS Roma”, scritta dal rapper rapper Brusco in occasione del terzo Scudetto datato 2001, e “Forza Roma”, canzone cantata nel 1962 da Claudio Villa.