Si dice spesso che i tempi di attesa presso il Pronto Soccorso siano veramente lunghi. Se poi parliamo degli ospedali di Roma, il problema si moltiplica ulteriormente a causa della quantità di popolazione che abita nella città. Una recente inchiesta condotta dalla Società Italiana Medicina d’Emergenza-Urgenza (SIMEU) ha evidenziato come alla base del fenomeno ci siano diversi fattori, come la grave carenza di personale sanitario e i forti tagli alla sanità che hanno comportato una notevole riduzione di posti letto e strumenti adeguati. Sempre dall’inchiesta, è emerso poi come purtroppo i Pronto Soccorso più lenti d’Italia siano proprio quelli della città di Roma.
Il tempo di attesa medio al Pronto Soccorso di Roma: a quanto ammonta?
Mediamente, pare infatti che l’attesa media presso un pronto soccorso di Roma sia di circa 3 ore e 3 minuti. Si tratta di un dato davvero sconfortante, soprattutto se si pensa che al Pronto Soccorso nasce per fornire un soccorso rapido e urgente.
Nella media dei tempi di attesa, sono ovviamente compresi tanto i casi più fortunati (perché ci sono) nei quali l’attesa media è stata di circa 36 minuti, quanto le circostanze più gravi in cui tra l’attesa e la dimissione sono passate più di 24 ore.
Fatta eccezione per i casi straordinari, in cui talvolta capita di dover attendere davvero oltre il tempo ragionevole (si tratta dell’1,89% dei casi in cui l’attesa è arrivata fino a 48 ore), le attese presso i pronto Soccorso della Capitale sono davvero lunghe, per questo occorre armarsi di pazienza e aspettare. Ma da cosa sono dipese queste tempistiche così dilatate? Vediamolo di seguito.
Da quali fattori dipende il tempo di attesa in un Pronto Soccorso a Roma
Le cause delle lunghe attese presso il Pronto Soccorso, dipendono da molti fattori, spesso non sempre prevedibili e altri invece imputabili al funzionamento del servizio stesso.
Tra le cause che non possono essere imputate direttamente al sistema sanitario, troviamo sicuramente quelle relative a fattori che hanno minato il sistema, quali:
- la chiusura indiscriminata di ospedali e dei relativi PS (negli ultimi 13 anni sono stati chiusi 16 ospedali, circa un quarto del totale) che ha provocato il riversamento dei residenti presso gli altri presidi che hanno così visto aumentare esponenzialmente il proprio bacino di pazienti (è stato stimato che nei presidi ancora attivi si siano riversati circa 000 residenti in più rispetto alla capienza media);
- la sproporzione di presidi rispetto alla percentuale di popolazione (22 DEA – Dipartimento d’Emergenza e Accettazione di 1° livello e 5 di 2° livello; poca roba se paragonata ai 29 di 1° livello della Toscana e ai 14 di 2° livello dell’Emilia Romagna);
- i tagli netti alle risorse investite nella sanità che hanno comportato un depauperamento di personale e mezzi;
- il calo di assunzioni del personale sanitario da mettere a disposizione nei servizi di primo soccorso.
A questi importanti fattori, vanno ad aggiungersi poi le tempistiche differenti che effettivamente occorrono per prendere in carico ogni singolo caso e che naturalmente vanno a incidere sul tempo di attesa medio. Presso ogni Pronto Soccorso (non solo di Roma) esiste infatti un sistema di classificazione degli infortuni, il famoso triage ospedaliero, che attribuisce ad ogni caso, un grado di gravità proporzionale all’emergenza con cui occorre intervenire. Ne consegue che se il caso viene classificato grave, l’intervento sarà nettamente più rapido e quindi l’attesa sarà davvero minima, proprio perché l’intervento dovrà essere tempestivo. Naturalmente si tratta di un sistema fallibile che, troppo spesso, scoraggia i pazienti che ricevono una classificazione non prioritaria, i quali (quasi nel 10% dei casi), abbandonano il PS dopo ore di vana attesa.
Da poco più di un anno, tuttavia, nel Lazio, come in tutte le regioni d’Italia, è entrato in vigore un nuovo sistema per la gestione delle tempistiche di attesa al PS: nella sostanza non cambia molto rispetto al sistema tradizionale poiché anche in questo sistema vengono associati dei colori che corrispondono alla gravità del caso, ma ora sono definite le tempistiche massime di attesa per un paziente. Ad ogni paziente che arriva al PS viene affidato un colore e un numero (da 1 a 5) con cui classificare l’emergenza:
- codice rosso (massima priorità, tempo di attesa azzerato e accesso immediato alle cure);
- codice giallo (rischio peggioramento, potenziale rischio vita, attesa massima 15 minuti per essere curato);
- codice verde (assenza di rischio, cure differibili, con il nuovo sistema si distinguono i codici verdi gravi da quelli meno gravi e i tempi di attesa massima variano da 60 a 120 minuti);
- codice bianco (non grave, i pazienti che ricevono questo codice, in base alle nuove linee, possono attendere anche 4 ore).
Ospedali di Roma e tempi di attesa nel Pronto Soccorso
A Roma, vi sono circa 650 strutture ospedaliere con annesso servizio di Pronto Soccorso e a seconda della grandezza della struttura i tempi di attesa varieranno sensibilmente.
Nei maggiori ospedali romani i tempi di attesa sono chiaramente più dilatati anche perché sono caratterizzati da una grande quantità di ingressi giornalieri che non sempre riescono a smaltire in tempi ragionevoli.
Passando in rassegna i principali ospedali della città di Roma, si scopre, purtroppo, che il tempo di attesa maggiore presso il PS è registrato presso l’Ospedale S. Andrea, che però è anche il PS con più ingressi giornalieri di Roma, al pari passo con il Policlinico Umberto I. Purtroppo l’attesa media al PS dell’Ospedale S. Andrea è superiore alle 12 ore, un tempo davvero interminabile che, ahinoi, fa guadagnare all’Ospedale un altro triste primato, quello del PS con i tempi di attesa più lunghi d’Italia.
Al secondo posto, tra gli ospedali che hanno fatto registrare tempi di attesa lunghissimi, si trova il Policlinico Gemelli, dove il tempo medio d’attesa presso il PS è di circa 5 ore e 21 minuti.
Il già citato Policlinico Umberto I, tra gli ospedali maggiori della città di Roma, è quello con il tempo di attesa più breve, soprattutto se proporzionato agli ingressi (138.934 accessi annuali, il più alto numero di ingressi della città). Il tempo di attesa medio più lungo registrato recentemente è quello del Dipartimento oftalmico, con 1 ora e 7 minuti di attesa.